Il problema dell’empatia
Il problema dell’empatia, un’opera di alto valore scientifico, viene qui presentata per la prima volta in lingua italiana. Posto ai confini tra filosofia e psicologia, questo studio mostra come si possa esperire la coscienza altrui, per giungere alla comprensione delle persone con cui entriamo in rapporto.
L’opera è ripartita in quattro parti. La prima comprende un’ampia esposizione di tutta la letteratura empatica (è la parte storica mancante); nella seconda viene delineata l’essenza del concetto di empatia: qui, in particolare, la Stein entra in polemica con Theodor Lipps e con Max Scheler; nella terza e nella quarta parte, quella sistematica, vengono trattati, rispettivamente, il problema della costituzione dell’individuo psicofisico e quello dell’empatia comprensione delle persone spirituali.
Il tema centrale dell’opera e dell’autonoma ricerca della Stein è il concetto di empatia. LaStein, cioè, vuol chiarire a se stessa quale sia la vera essenza dell’empatia in sede rigorosamente fenomenologica; quale sia insomma il momento empatico che caratterizza la relazione intersoggettiva tra due persone. Ciò perché Husserl, riferendosi a Lipps, nelle proprie lezioni aveva parlato di un genere di esperienza, che aveva designato col termine di empatia, senza precisare in che cosa consistesse e che cosa fosse. Inoltre, «non vi era alcuna affinità – scrive la Stein – tra quel che Husserl (stando alle sue parsimoniose indicazioni) intendeva dire con il termine empatia e quel che Lipps chiamava così». Questo il problema su cui la Stein ha spinto la sua indagine e di cui ha tentato di trovare una soluzione, mediante un suo originale contributo.