A che cosa serve la musica con i bambini piccolissimi?

Parte prima

I pionieri delle innovazioni per l’insegnamento della musica

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Nel secolo scorso ci sono stati musicisti che hanno messo in luce il valore della musica come materia educativo-pedagogica. In ordine cronologico ecco i loro nomi e il paese di origine:

  • J. Dalcroze (1865 – 1950) nato a Vienna, trasferito in Svizzera
  • Zoltan Kodaly (1882 – 1967) Ungheria
  • Laura Bassi (1883 – 1950) Italia
  • Edgar Willems (1891 – 1978) nato in Belgio, trasferito in Svizzera
  • Carl Orff (1895 – 1982) Germania.

Prendendo in considerazione i differenti modi di agire di questi pedagogisti, possiamo trovare punti in comune:

  • l’attenzione per la vocalità infantile. Il canto popolare infantile offre esempi utili per la scelta degli intervalli musicali adeguati alla laringe, al respiro, alla corporeità dei bambini. Questi pionieri, pur abitando in paesi diversi, svolero ricerche etnomusicologiche e scelsero gli stessi intervalli per il canto infantile;
  • l’interazione con i bambini non “sotto forma di gioco”, come troppo spesso si sente dire, ma creando autentiche emozioni di gioia in modo spontaneo, “facendo musica”;
  • le conoscenze delle relazioni fra ritmo/parola, melodia/parola/canto/armonia, melodia/accenti/ritmi/metrica delle parole e delle frasi;
  • il canto, per lo svizzero Dalcroze è in lingua francese, per Laura Bassi in italiano, per Kodaly in ungherese, per Orff in tedesco, per Willems, trasferitosi in Svizzera, in francese. Ogni lingua si contraddistingue per la musicalità, la metrica, la pronuncia dei suoni vocalici…;
  • il canto, poiché struttura anche ritmica, convive con il movimento. Infatti nella tradizione popolare conte e filastrocche sono eseguite con movimenti, danze.

Émile Jaques-Dalcroze, per primo, indagò nella relazione fra suoni, ritmi, movimento (Euritmia), fondando un agire pedagogico/educativo che sarà elaborato anche dopo di lui. Dalcroze introdusse l’improvvisazione al pianoforte, valorizzando ogni persona, grande e/o piccola, secondo il pricipio dell’educare (da educere). Dalcroze comprese e dimostrò che “fare musica” fa bene all’uomo. Intuì e anticipò i principi della musicoterapia.

Zoltán Kodály, con il musicista Béla Bartók (1881 – 1945), svolse una ricerca etnomusicologica nei paesi Balcani. Ne scaturì un repertorio vasto, ricco di caratteristiche proprie, fonte per composizioni musicali di ispirazione per la voce, i cori, lo sviluppo dell’ascolto, l’applicazione nella musica polifonica corale. Nella pratica per l’apprendimento della notazione musicale, in particolare quella ritmica, Kodály utilizzò il principio di Laura Bassi. Le differenze fra i rapporti di durata dei suoni sono denominate con sillabe diverse. Kodály è stato un musicista estremamente sensibile nel canto, nella polifonia, nell’armonia.

Laura Bassi puntò sull’ordine creativo nel movimento attraverso l’ascolto. Scelse composizioni muscali brevi, eseguite direttamente in classe e affidò ai bambini la realizzazione attraverso il movimento. Ogni gesto della persona, delle gambe, delle braccia crea tracce nello spazio. Le tracce, più tardi, vengono rappresentate su lavagne. Si passa così dalle tracce al segno, dal segno al disegno. Ogni bambino si esprime in modo personale. Ogni bambino sperimenta, elabora, realizza la conoscenza di sé attraverso le attività euritmiche (ordine fra suoni, ritmi, movimento). Ritmo/canto/parola consentono ai bambini di creare filastrocche originali. Laura Bassi costruì personalmente dei pupazzi che rappresentavano i valori di durata dei suoni. Ogni personaggio rappresentava un valore di durata associato ad una sillaba particolare. Due di queste sillabe sono presenti nell’impianto teorico di Kodály.

Edgar Willems sosteneva che “La musica è per tutti. La musica è dentro all’uomo e intorno all’uomo. Ha lasciato libri dedicati all’Orecchio musicale, al Ritmo, all’Educazione musicale dei piccolissimi, all’introduzione alla musicoterapia. Ha introdotto, per i bambini piccolissimi, l’utilizzo degli strumenti idiofoni. La parola idiofono (ogni strumento ha un solo timbro sonoro), si collega con idioma (i timbri sonori che caratterizano le diverse lingue). Willems ha cercato testi musicali specifici per lo sviluppo dell’ascolto, il riconoscimento degli intervalli, degli accordi. Ha proseguito, sulla linea di Dalcroze, l’improvvisazione musicale al pianoforte. Ha proposto l’improvvisazione vocale su “domanda – risposta” nel dialogo fra due persone. Willems ha introdotto modi nuovi di operare per guidare i bambini alla conoscenza della notazione musicale. Invece che utilizzare pupazzi o sillabe, come fecero Laura Bassi e Kodály, o affidare l’apprendimento alla pratica strumentale come fece Orff, ha cercato il principio teorico su cui si fondano i valori di durata dei suoni. Con i termini “lungo e breve” ha condotto i bambini verso la consapevolezza dei rapporti di durata, verso l’astrazione. La stessa cosa accade per condurre i bambini a comprendere il concetto di altezza dei suoni, i rapporti di altezza, ossia gli intervalli, più tardi gli accordi. Egli sosteneva che l’apprendimento passa attraverso tre canali: fisico (agire), affettivo (il canto), mentale (la consapevolezza, la presa di coscienza dell’apprendimento).

Carl Orff portò la pratica ritmica, vocale e strumentale a livelli altissimi. Ritmo, canto, parola sono ordine, creatività, pratica che favorisce l’apprendimento della musica. A lui dobbiamo lo strumentario Orff e composizioni musicali straordinarie, originali per la stesura ritmica e poliritmica.

Parte seconda

L’ontogenesi ripercorre la filogenesi: la storia di ciascuno di noi ripercorre la storia dell’umanità

Conoscere i principi teorici e la pratica musicale dei pedagogisti della musica del secolo scorso è stato il punto di partenza per l’A.P.M.M. Giulia Cremaschi Trovesi (Associazione Pedagogia Musicale e Musicoterapia). La conoscenza diretta con Edgar Willems da parte della fondatrice Giulia Cremaschi Trovesi ha favorito, nel corso di decenni, studio, ricerca, pubblicazioni.

Dal pensiero A.P.M.M. emergono principi teorici quali:

  • la musica è il fondamento delle arti, tema ben conosciuto nella cultura dell’Antica Grecia;
  • suoni, ritmi, movimento sono la presenza costante nei nove mesi che precedono la nascita. Il grembo materno è la “Prima Orchestra” che produce incessantemente timbri sonori, voce, regolarità ritmica, accelerandi e rallentandi… Ogni essere umano nasce dotato di memoria sonora, ritmica, motoria. Già alla nascita l’essere umano ha realizzato apprendimenti ed è pronto per proseguire;
  • nel primo anno di vita ciascuno di noi ha realizzato le conquiste fondamentali dell’uomo: opposizione pollice/indice, capacità di reggersi in piedi (ontogenesi/filogenesi), in equilibrio per camminare, manifestarsi per gradi del linguaggio verbale. Vivere e crescere in famiglia, esplorare l’ambiente per raggiungere quello che attira l’attenzione, afferrare (relazione bocca-mani), l’utilizzo delle dita, la vocalizzazione/lallazione, reggersi in piedi e muovere i primi passi favoriscono il farsi spontaneo del linguaggio verbale. La visione umanistica della pedagogia musicale e musicoterapia A.P.M.M. valorizza i gesti, i progressi di ogni bambino a maggior motivo se piccolissimo, accogliendo e favorendo il suo aprirsi al linguaggio verbale in modo spontaneo. Le vocali sono suoni per eccellenza. Le consonanti sono rumori, ripetizioni di quello che accade nei vari ambienti. E’ caratteristica di ogni bambino saper ascoltare, riconoscere, riprodurre, memorizzare l’ambiente sonoro e trasformarlo in quello che è utile per il manifestarsi crescente del linguaggio verbale. Gli strumenti musicali idiofoni hanno un ruolo gioioso fortemente costruttivo per l’evolversi del rapporto: mani che imparano a utilizzare gli strumenti, bocca/voce che ripetono e memoria che acquisisce attraverso ogni esperienza.
  • suoni, ritmi, movimento appresi prima di nascere, si manifestano nel neonato attraverso la voce, i movimenti della percezione del mondo nuovo, aereo, non più in ambiente acquatico come è stato prima di nascere;
  • nell’ambiente aereo sono sempre presenti onde sonore che segnalano i luoghi dove si muovono le persone, si utilizzano oggetti, si avvertono voci, sono in funzione elettrodomestici, televisori… La ricezione delle onde sonore coinvolge la persona nella sua completezza di “Corpo Vibrante”. Esiste infatti la corrispondeza fra il numero di vibrazioni al minuto secondo e il volume del corpo che le produce (l’esempio del canto dell’uccellino e del muggito della mucca). Il corpo risuona costantemente mosso dalle onde sonore presenti in ogni ambiente. L’orecchio distingue i suoni armonici, ossia il timbro dei suoni. Ho trovato il miglior metodo di deposito nei casinò online italiani che possono beneficiare di grandi bonus . La Risonanza è dovunque, in ogni momento.

L’A.P.M.M. “Giulia Cremaschi Trovesi” ha avuto inizio con studi, esperienze, proposte, teorie dei pegagogisti della musica del secolo scorso. Ecco alcuni riferimenti:

  • É.J. Dalcroze entrò in relazione con le persone creando l’improvvisazione musicale al pianoforte. In ogni nostro gesto c’è un ritmo, un tempo, una musica da scoprire e suonare all’istante. Secondo il pensiero umanistico dell’A.P.M.M. ogni persona è una “Partitura vivente” che, attraverso se stessa, i movimenti, i gesti, la voce, offre al musicista gli elementi idonei per improvvisare.
  • Z. Kodály insegnò che per tutti è possibile cantare in coro, intonare e riconoscere accordi, essere in armonia con gli altri. La voce è suono per eccellenza, è ciò che distingue ciascuno di noi;
  • L. Bassi, attraverso brani musicali scelti con cura ed eseguiti dal vivo, sviluppò nei bambini della scuola dell’infanzia e primaria l’abilità di muoversi con ordine, creare tracce nello spazio attraverso il movimento. Basta un gesso in mano per lasciare tracce su una lavagna creando forme in armonia con i brani musicali. Moltissimi bambini delle scuole dei nostri giorni potrebbero trarre grandissimi profitti dagli insegnamenti di L. Bassi, in particolare i bambini con DSA, ADHD…
  • C. Orff ebbe l’intuizione di far costruire strumenti musicali a percussione. E’ specifico del bambino, che ancora non cammina, picchiare il cucchiaino sul tavolo. Uno strumento che produce suoni sprigiona la gioia del bambino. I movimenti, i gesti del picchiare, percuotere fanno alzare ed abbassare le braccia, favoriscono la voce, il canto, la parola. I ritmi strumentali si sovrappongono facendo risaltare il canto.
  • E. Willems fu determinato a distinguere fra addestramento e educazione. Aprì la strada che condurrà alla risonanza, al “Corpo Vibrante”. Perché fra le caratteristiche del suono denominiamo l’altezza? Altezza riferita a che cosa? Per comprendere occorre saper leggere la genialità di Guido d’Arezzo (XI sec. d.C.) quando scrive “…incorporare nella memoria i movimenti ascendenti e discendenti della voce. I bambini piccolissimi, di pochi mesi, uno, due anni, se ascoltano i glissandi ascendenti e discenti del flauto a coulisse, si muovono alzandosi e abbassandosi, seguendo il percorso del suono proposto con lo strumento. Tutto è già nel bambino. Willems condusse i bambini al concetto di “Lungo e Breve” per la notazione dei rapporti di durata. Si aprì una nuova strada che, a ritroso nel tempo, riportò all’antica Grecia. “Lungo e Breve” appartengono alla metrica della poesia, al canto, alla danza, al Teatro. Lungo è il doppio di Breve, Breve è metà di Lungo. Risuona la frase del tempo di Platone: Ritmo: suoni o sillabe in ordine matematico.
  • Per il bambino piccolissimo parola, numero, voce, canto sono la stessa realtà. Più il bambino è piccolo più alta deve essere la preparazione del musicista che lo conduce a trovare la musica che si sviluppa in lui. Separare la parola dal numero, il ritmo dalla parola e dal numero, il canto dalla danza, la danza dalla parola, la musica dal linguaggio parlato significa offrire al bambino un mondo fatto a pezzi che molto difficilmente potranno ricomporsi.
  • Secondo il modo di porsi della pedagia e musicoterapia A.P.M.M. è importante la presenza dei genitori, in particolare con i bambini piccolissimi.

Parte terza

Una teoria fondata su dati percentuali: il metodo Gordon (Edwin E. Gordon 1927 – 2015, Connecticut U.S.A.)

Gli argomenti trattati provengono dal libro di Edwin E. Gordon “L’apprendimento musicale del bambino dalla nascita all’età prescolare”. Alcuni passi ripresi dal testo originale chiariscono la teoria e gli obiettivi del metodo.

Ogni bambino nasce con un’attitudine musicale. I dati di percentuale parlano del 68% di bambini con potenziali musicali, del 16% di bambini con potenziali al di sopra della media, del 16% di bambini con potenziali al di sotto della media.

“Musica in culla” è la più diffusa terminologia utilizzata in Italia per l’attività musicale fondata sul metodo Gordon, dedicata ai bambini da 0 – 3 anni. Obiettivo degli interventi con bambini di pochi mesi e con i loro genitori è promuovere una fase preparatoria che conduce all’Audiation. Audiation indica lo sviluppo dei potenziali per imparare a distinguere: tonality (maggiore, minore), metro (binario, ternario), nota fondamentale, tempo, armonia, distinguere fra tonale e ritmica, fraseggio (espressività), equilibrio (creatività), stile (improvvisazione, interpretazione), posizione dei macrobeat, dei microbeat … I termini Audiation, Music Learning Theory, macrobeat, microbeat sono stati creati da Gordon per specificare il suo metodo.

I genitori presenti negli incontri musicali possono imparare. Difficilmente i genitori posseggono una cultura musicale, in particolare non sanno rispondere all’Audiation, pertanto possono imparare con i bambini. Qualora un bambino durante la lezione si interessa ad altro, la cosa non ha importanza. Non tutti i bambini posseggono attitudini musicali.

Si utilizzano test con valutazione in percentili, per migliorare il livello dell’istruzione musicale.

L’attitudine musicale è in relazione al Q.I. di ogni bambino (misurazione del Quoziente Intellettivo).

E’ dimostrato che chi studia musica ha un profitto scolastico migliore.

La lingua parlata e la musica hanno radici biologiche mentre il pensiero e l’Audiation hanno radici psicologiche. Si valutano 8 tipi sequenziali e 6 stadi sequenziali di Audiation.

“La musica non è un linguaggio perché non ha grammatica né parti del discorso ma possiede una sintassi attraverso la quale è possibile attribuire un significato”. (Edwin E. Gordon “L’apprendimento musicale del bambino” pag. 30).

“Per comprendere la sintassi è necessario riconoscere la struttura musicale attraverso l’Audiation” (Edwin E. Gordon “L’apprendimento musicale del bambino” pag. 33).

Per giungere all’Audiation ci sono passaggi intermedi: fase preparatoria (assorbimento), acculturazione, imitazione, assimilazione. Ogni passaggio intermedio è fondamento per il successivo. L’imitazione include la perdita dell’egocentrismo e la decifrazione del codice. L’assorbimento richiede l’ascolto di canti senza parole, solo vocalizzi perché le parole allontanano l’attenzione dalla musica.

“…le parole non andrebbero mai usate in combinazione con la musica, il processo di acculturazione musicale rischierebbe di venire compromesso” (Edwin E. Gordon “L’apprendimento musicale del bambino”pag. 50).

Genitori e insegnanti non devono aspettarsi risultati immediati; occorre aspettare anche 18 mesi per vedere risultati, con i bambini.

Nota: cercando in YouTube è possibile visionare gli incontri con i bambini 0 – 3 anni con i loro genitori, mentre le operatrici li sottopongono alle fasi iniziali dell’Audiation.

Parte quarta

Consonanze e dissonanze nell’apprendimento

I criteri educativi e formativi dei pedagogisti della musica del secolo scorso e dell’A.P.M.M., pur presentando caratteristiche specifiche, risuonano in consonanza. Accostando i criteri educativi e formativi dei pedagogisti della musica del secolo scorso e dell’A.P.M.M. con il Metodo Gordon si generano dissonanze perché non si incontrano principi teorici comuni.

Pedagogisti della musica e A.P.M.M. sono concordi con il pensiero dell’Antica Grecia che pone la musica all’origine delle arti e dei linguaggi. Nessuno mette in dubbio che la musica sia un linguaggio. Grammatica e sintassi nascono nell’Antica Grecia al tempo di Aristotele. La grammatica procede per i dettagli (grado, grammo), la sintassi si occupa della sistemazione delle frasi e dei periodi.

Frasi e periodi sono nel linguaggio verbale e nella musica. In ogni caso sono generati dal respiro.

La presentazione del Metodo Gordon ha inizio con l’esposizione di dati percentuali sulle attitudini musicali dei bambini, sulla valutazione in percentili del livello di istruzione musicale, sul rapporto fra attitudine musicale e Q.I. , la conoscenza dei codici.

Il criterio scientifico richiede la logica quantitativa perché misurabile. Non può risuonare con le Arti, che sono di natura qualitativa.

Perché sottrarre le relazione “parola/metrica/canto” quando sappiamo che un solo suono, una sola vocale porta in sé un accordo con gli armonici?

Le domande sarebbero molte. Per chiarire occorre guardare verso gli obiettivi.

 

I criteri educativi e formativi dei pedagogisti della musica del secolo scorso e dell’A.P.M.M. puntano verso la formazione della persona attraverso la pratica e la cultura musicale.

I criteri educativi e formativi del Metodo Gordon puntano sull’Audiation, la conoscenza dei codici.