Category: musicoterapia

Bambini prematuri

Interventi anche precoci per bambini con nascita gravemente prematura

Il pianto prolungato, apparentemente inconsolabile, il sorriso costante, l’indifferenza, la curiosità, il rifiuto o altro ancora sono comportamenti con i quali il bambino nato con grave prematurità, crescendo, manifesta la sua posizione nei confronti della vita. Attraverso la Risonanza corporea (mediante il contatto diretto con la cassa armonica del pianoforte a mezza coda) e l’essere accolto dal professionista collaboratore, il bambino ritrova emozioni già conosciute all’interno del corpo materno. Ogni bambino nel ritrovare emozioni di accoglienza e gioia, reagisce in modo personale prima di aprirsi verso esperienze nuove. Per questo motivo è opportuno creare una situazione comunicativa nella quale, senza ricorrere a parole, il bambino avverte di essere valorizzato. Il bambino è il protagonista della sua crescita; egli può avvertire il desiderio di provare a prendere in mano gli strumenti musicali adatti a lui che gli vengono offerti. In questo modo mette in atto apprendimenti in modo progressivo. 
Gli interventi di musicoterapia sono imperniati sul condurre il bambino e la mamma verso la scoperta di attività non ancora conosciute. I bambini trovano modo di “raccontare”, attraverso gesti, movimenti, grida, anche attraverso il pianto, i loro vissuti. La condivisione mediante l’improvvisazione musicale comunicativa al pianoforte e la risonanza corporea nella “Relazione Circolare” consentono al bambino di intraprendere la sua strada per vivere nel suo modo. Quando l’autostima entra in gioco, il bambino mette tutto se stesso per imparare a vivere, per essere contento di vivere e fare contenti i genitori.

ASPETTI MUSICALI

La nascita gravemente prematura mette a rischio la sopravvivenza del bambino. Il passaggio (prematuro) dal grembo materno al TIN (Terapia Intensiva Neonatale) crea nel bambino, anche se piccolissimo, un “imprinting” significativo. Anche nei casi in cui non si verificano lesioni cerebrali né danni di altro tipo (ipovisione, sordità), col passare del tempo, si possono riscontrare, nei bambini con nascita gravemente prematura, atteggiamenti, comportamenti particolari che possono compromettere il buon esito degli studi, la relazione con gli altri, la qualità della vita. Il dialogo sonoro e tonico che caratterizza l’interazione fra il musicoterapeuta ed il professionista collaboratore (la Relazione Circolare) crea il contesto nel quale il bambino può dare sfogo alle sue emozioni, ai suoi vissuti, per scoprire la gioia, il gioco. 
Il gioco musicale creato con l’improvvisazione al pianoforte e l’utilizzo dei piccoli strumenti idiofoni, è fonte di gioia che si rinnova attimo dopo attimo: in questo modo il bambino si apre verso l’esplorazione e la conoscenza secondo il suo modo di essere e percepire.

Bambini non vedenti

L’intervento in musicoterapia offre ai bambini non vedenti o con ipovisione l’opportunità di esplorare il mondo circostante in modo gioioso, guidati dai suoni. La dimensione spazio – tempo è resa viva attraverso la presenza delle onde sonore (improvvisazione comunicativa al pianoforte). Il suono è onda di energia, spinta al movimento. Attraverso il movimento che si fa più sicuro, il bambino impara a cogliere la relazione fra se stesso e gli altri, appropriandosi della sicurezza che gli permette di essere protagonista ed autonomo del suo agire, dei suoi apprendimenti, del dialogo con gli altri.

ASPETTI MUSICALI
Attraverso la Relazione Circolare, il bambino sperimenta se stesso, la propria corporeità in modo attivo vivendo emozioni che lo spingono ad agire. La coordinazione orecchio – occhio – mano, orecchio – occhio – piede diventa ancor più importante quando ci si trova nella situazione della cecità o di un modo particolare e soggettivo di vedere (ipovisione). Vedere e guardare, come udire e ascoltare, sono modi di percepire la realtà che prevedono l’intenzionalità e la volontà. Un bambino può anche vedere, a modo suo, ma si rifiuta di guardare. Un bambino non vedente può rifiutare di collaborare per imparare ad orientarsi nello spazio, a servirsi della mani per conoscere il mondo circostante, per leggere e scrivere. 
Interagire col bambino significa accogliere i suoi “no”, per far sorgere in lui il desiderio e la volontà di sperimentare qualcosa di nuovo. 
Un bambino ipovedente utilizza il guardare a modo suo, così come il bambino non vedente elabora strategie per muoversi con sicurezza nello spazio – tempo, secondo il suo modo di essere e percepire. Nella Relazione Circolare i professionisti (musicoterapeuta e professionista collaboratore, con la presenza dei genitori) imparano a cogliere i messaggi, i segnali che il bambino manifesta, utili a scoprire in quale modo egli percepisce e si organizza nelle sue azioni. Il linguaggio verbale che scaturisce è frutto delle esperienze vissute, è un linguaggio conquistato, per questo ricco di significato comunicativo.

Autismo infantile, disturbi dello spettro autistico, disturbi pervasivi generalizzati dello sviluppo, disarmonie evolutive.

Il bambino o ragazzo intraprende il percorso in musicoterapia dopo che la diagnosi è stata emessa dal servizio sanitario ufficiale competente e responsabile dei percorsi terapeutici. 
L’imprevedibilità del suonare dal vivo e smettere (suono – silenzio), senza preavviso, può far nascere nel bambino (ragazzo) l’intenzionalità verso l’ascolto.
Il percorso in musicoterapia è fondato sulla creatività comunicativa al fine di far sorgere nel bambino (ragazzo) l’intenzionalità verso l’ascolto in quanto condizione essenziale per accogliere le emozioni per vivere, per rapportarsi con il mondo delle cose, con se stesso, con gli altri. E’ importante rispettare i comportamenti, i gesti del bambino per riuscire a comprenderne il valore ed andare verso il loro superamento. Accogliere e valorizzare, anche attraverso la lettura che viene data dal genitore presente, qualsiasi accenno di gesto nuovo.

ASPETTI MUSICALI

Ascoltare il bambino: in musicoterapia umanistica il termine empatia implica il rispetto delle sue emozioni, l’entrare a far parte della sua storia dialogando, agendo, discutendo con lui, attraverso ritmi, melodie, armonia, per far sorgere in lui il desiderio di partecipare. 
Ogni bambino con diagnosi di autismo presenta comportamenti particolari, dal carattere soggettivo. Sono segnali con i quali egli racconta qualcosa di se stesso, della sua storia. È importante dedicare attenzione a questi comportamenti affinché egli si renda conto che ciò che fa è importante. È l’inizio del dialogo attraverso ritmi, melodie, armonie che, sulle basi di numerose esperienze già effettuate, è possibile instaurare anche con i bambini con diagnosi di autismo. 
È determinante cogliere le posture, gli atteggiamenti, i movimenti, le espressioni del viso. 
Il valore comunicativo della voce, la sua particolare intonazione (il registro vocale), il tipo di vocalizzo o altro sono segnali indicativi. Il Corpo parla con tutto se stesso. 
Attraverso la valorizzazione dei comportamenti del bambino ci si accorge che, molto più spesso di quanto si possa pensare, egli, pur comprendendo le parole, sembra non comprenderle. Il non giocare, non toccare, non prendere, non guardare ecc. non riescono ad impedire ai suoni di giungere al bambino. Noi non andiamo verso i suoni; sono le onde sonore che ci raggiungono. Il musicoterapeuta possiede nelle dita un gioco dal fascino che si rivela irresistibile anche per un bambino con diagnosi di autismo. Parlare al bambino mediante l’improvvisazione comunicativa al pianoforte significa non chiedergli una risposta; la comunicazione è affettiva. Il gioco suono – musica – silenzio – attesa, crea quegli attimi di ascolto nei quali il bambino, con un balenare dello sguardo, non riesce a nascondere di essere sensibile al “bello”, di aver bisogno di questa cosa così poco concreta, non toccabile che però ci tocca, come sono le onde sonore. Non si parla di un solo suono m della melodia sorretta dall’armonia. Siamo attratti dal “bello” della voce, del canto, della melodia perché i suoni gravi li sorreggono. I suoni gravi fanno convibrare la corporeità; i suoni del canto, della melodia emozionano tutto il corpo. La strada è aperta verso eventi che non sono prevedibili. Basta un lieve movimento del bacino, delle spalle, di una mano, di un muscolo del viso ad indicare che il sistema apparentemente immutabile del bambino con diagnosi di autismo, in realtà può nascondere il desiderio di rompere i suoi schemi. 
Il termine “imprevedibile” è doveroso nel rispetto della soggettività. Il Dialogo Sonoro, in questo caso riservato a pianoforte/voce (come risonanza e vocalizzo) ed alla corporeità del bambino, rivela esiti che sfuggono ad ogni previsione. Una reazione qualsiasi va bene. Va bene perché una reazione indica “l’esserci”. Una qualsiasi reazione è un segnale comunicativo. Come sia arduo procedere è il divenire, è il cammino insieme che si realizza nella Relazione Circolare.

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