Francesco Delicati : la Musicoterapia Umanistica con gli anziani e i malati di Alzheimer

La Musicoterapia Umanistica applicata ad anziani e a malati di demenza Alzheimer prende le mosse dal riconoscimento dell’unicità di ogni persona umana e del valore e della significatività che ogni vita rappresenta, anche quella vicina all’età della morte e quella colpita da malattie devastanti come l’Alzheimer. 

I destinatari dell’intervento musicoterapico sono persone che appartengono a quella stagione dell’esistenza denominata Età Adulta Avanzata che inizia dai 60 anni e procede fino al compimento della vita stessa.

E’ l’età senile, l’età dell’anzianità, della vecchiaia, che comprende al suo interno la Terza, la Quarta e addirittura la Quinta età.   

L’invecchiamento porta con sé tutta una serie di problematiche che possono creare difficoltà, disagio e sofferenza alla persona, accelerando così il decadimento e il deterioramento fisico, mentale e psicologico. Se a questo si aggiunge il ricovero in istituto (residenze protette, case di riposo) la situazione si può complicare ulteriormente. Si possono verificare, allora, condizioni di calo vitale, di apatia, depressione, relazioni conflittuali nel gruppo degli anziani e di tensioni tra gli ospiti e il personale che li assiste. Nella visione umanistica l’invecchiamento associato al ricovero, in termini musicali rappresenta la “rottura” di un ordine, dell’armonicità della persona.

La musica e la musicoterapia sono UN INTERVENTO DI SOSTEGNO (preventivo, riabilitativo e/o terapeutico) alle difficoltà di chi vive le problematiche dell’invecchiamento associate a quelle del ricovero. La musica, infatti, può offrire alle persone anziane sofferenti un valido aiuto perché allontana la depressione, la noia, l’ansia, l’insicurezza, la svalutazione di sé, e aiuta a recuperare le capacità intellettive e affettive. 

Scopo centrale della musicoterapia: “risvegliare” il gruppo di anziani ricoverati, riattivarne le energie sopite, APRIRE CANALI DI COMUNICAZIONE che permettano all’individuo di accedere alle proprie risorse nascoste e di riattivare, mantenere e sfruttare al massimo le funzioni intellettive, fisiche e affettive residue. 

La musicoterapia offre all’anziano un CONTESTO DI OPPORTUNITÀ nel quale la musica e le relazioni da essa instaurate favoriscono una migliore sintonia e un “accomodamento” con l’ambiente e migliorano la qualità della sua vita.

Queste ricadute positive si possono avere anche con il malato Alzheimer perché la musicoterapia, come forma di terapia riattivante, oltre a rappresentare un’esperienza privilegiata di ascolto della sua sofferenza, funziona come un CONTENIMENTO, una RASSICURAZIONE, e un SOSTEGNO laddove la persona vive e “sente” la sua esperienza come una perdita delle coordinate spaziali, temporali ed affettive.

Inoltre, nelle persone con demenza la risposta alla musica si conserva anche quando questa è molto avanzata: la musica può avere effetti a lungo termine, per esempio miglioramenti dell’umore, del comportamento e perfino della funzione cognitiva, che possono persistere anche ore o giorni dopo che questi benefici sono stati innescati dalla musica. È per questo che Oliver Sacks, neurologo e ricercatore, afferma che per quanto sono persi nella demenza, la musica è una “necessità, e può avere un potere superiore a qualsiasi altra cosa nel restituirli, seppure soltanto per poco, a se stessi e agli altri” (O. Sacks, 2008, 393).

Gli stessi malati sottolineano gli effetti benefici del fare musica assieme e il potere della musica di “dare nuova vita” o di “rifare nuove” le persone, destando in loro la vitalità e la volontà di vivere.

La musicoterapia, come intervento psicosociale, può aiutare sia la persona a mantenere la sua condizione, la sua autonomia, a preservare le sue risorse e abilità, a rallentare il decorso della malattia, fin dove è possibile, sia chi se ne prende cura (famiglie, operatori, caregivers, personale sanitario).

In genere l’intervento di musicoterapia con anziani si attua in case di riposo, residenze protette e centri diurni per malati Alzheimer. Il lavoro è di gruppo (da 8-10 persone o 15) e all’interno del gruppo è comunque possibile attuare interventi individuali. L’intervento individuale in genere non viene richiesto dai committenti (lo si attua solo nelle grandi istituzioni o presso studi di professionisti). Anche l’intervento con malati Alzheimer è di gruppo (dalle 5 alle 12 unità sottoposte a valutazione neuropsicologica).

La frequenza degli incontri è di uno o due a settimana, per la durata di un’ora-un’ora e mezzo, a seconda delle esigenze e dei bisogni delle persone e della gravità della malattia di demenza. 

Nelle case di riposo sono previsti incontri di verifica e di monitoraggio del lavoro con l’équipe multiprofessionale (geriatra, assistente sociale, educatori, animatori ed assistenti).

Il rapporto con i familiari consente ad essi di verificare la validità del trattamento e in alcuni casi offre l’opportunità di “scoprire” aspetti del proprio anziano o malato inaspettati e sorprendenti. In un’ottica sistemica, vengono condotti piccoli gruppi di musicoterapia per familiari e malati Alzheimer (2-3 famiglie) e gruppi di musicoterapia e counseling per caregivers (familiari impegnati nell’assistenza a malati di demenza). Tali gruppi hanno ricadute ed effetti positivi nelle persone, sia nel rapporto con il proprio malato, sia nella gestione e nel vissuto della malattia stessa.

Un programma di lavoro di musicoterapia prevede molteplici attività musicali per andare incontro alle esigenze e ai bisogni di ogni persona che frequenta il piccolo gruppo.

Nel lavoro vengono integrate tecniche attive e ricettive, tra cui: il canto di canzoni del repertorio della musica leggera e popolare, l’ascolto di brani musicali, l’associazione musica/movimento (dal rilassamento fisico, ai gesti liberi o strutturati in sequenze ritmiche, al ballo libero e alle danze popolari) l’improvvisazione strumentale. Queste attività musicali (integrate anche da terapia del ricordo e da attività extra-musicali) vengono usate singolarmente o in combinazione tra loro, a seconda dei soggetti, dei loro bisogni e degli obbiettivi da perseguire.