MAI PIU’ DA SOLI – ROMA DICEMBRE 2022

Roma, 27 dicembre 2022, ore 15. Siamo sulla porta del Polo Panfilo Castaldi del Municipio XII in attesa dell’arrivo dei bambini e ragazzi iscritti all’evento “Mai più da soli – Roma 2022”.
Di cosa si tratta?
Facciamo un salto indietro nel tempo, torniamo all’estate appena trascorsa. Tra gli ospiti della seconda Settimana Estiva organizzata a Crema presso la Casa del Pellegrino dalla Federazione Italiana Musicoterapeuti (FIM), ci sono Alice e la sua mamma Isa.

Viviamo giorni di attività artistiche, musicali, educative rivolte a famiglie con bambini e ragazzi con disabilità che arrivano da varie regioni d’Italia. La settimana estiva fa parte del più ampio progetto MAI PIU’ DA SOLI della Casa del Pellegrino di Crema: un modo per accogliere e dare dignità alla persona, qualunque siano le sue condizioni e il suo ruolo. Perché i primi ad aver bisogno dell’altro e a cercare di vivere quel MAI PIU’ DA SOLI sono proprio i volontari, 60 attualmente, di cui trenta sono ragazzi tra i 16 e i 25 anni.

L’entusiasmo e la gioia che Isa si porta a casa contagia famigliari, colleghi e amici romani di cui uno con un ruolo politico. Non si arrende all’idea che tutto finisca in pochi giorni. Vuole portare a Roma, nella sua città, tutto il bello e il bene condiviso a Crema. E sa che noi, musicoterapeute FIM, ci siamo, insieme a Simona Colpani, co-fondatrice della Musicoterapia Umanistica della Relazione Circolare secondo il modello di Giulia Cremaschi Trovesi.

Isa D’Alessandro, delegato F.I.E.R Fédération International des Enseignants de Rythmique – dell’Associazione Italiana Jaques Dalcroze (AIJD), si rimbocca le maniche. Si stringe la collaborazione tra AIJD e FIM e si prepara l’evento che si svolgerà dal 27 al 30 dicembre 2022 con lo stesso nome (MAI PIU’ DA SOLI) di quello cremasco, da cui ha preso l’ispirazione e l’avvio. E quando finalmente siamo a Roma non ci sembra vero. Le emozioni sono sempre tante quando ci si appresta a conoscere famiglie e ragazzi nuovi, come per altro è anche per le famiglie e i ragazzi: nuovi terapisti, nuovi incontri che potrebbero significare nuovi giudizi o nuove occasioni.

Uno dopo l’altro arrivano tutti i bambini e ragazzi iscritti.
Isa D’Alessandro dà il via, emozionata e felice, alle quattro giornate che ci aspettano. Presentando i diversi professionisti che collaboreranno per offrire a famiglie e ragazzi un luogo accogliente, valorizzante, familiare e rasserenante: musica d’insieme, musicoterapia secondo il modello della relazione circolare, ritmica Dalcroze, attività montessoriane, danza inclusiva, globalità dei linguaggi di Stefania Guerra Lisi.
Paola Beltrami (referente della settimana estiva di Crema) presenta le colleghe Simona Colpani, Roberta Alberti e Cecilia Zaninelli. C’è attesa e curiosità per la Musicoterapia Umanistica della Relazione Circolare e la Musica d’Insieme perché Roma capitale, nella sua magnificenza, non ha musicoterapeuti FIM.
Prima di entrare nel vivo, Davide Balestracci, presidente della Casa del Pellegrino di Crema (CR), racconta come e dove è nata la settimana estiva e soprattutto il motto MAI PIU’ DA SOLI, che non è parole ma un modo di essere che non riguarda solo chi è accolto, ma anche chi accoglie, perché ognuno di noi ha bisogno di sperimentare la solidarietà e la condivisione, scoprendo che se si cammina insieme si possono raggiugere mete precluse al viaggiatore solitario.
Dopo la visione del video pubblicato da Crema Online (https://www.cremaonline.it/rubriche/29-11- 2022_La+Casa+del+Pellegrino,+un+luogo+di+ritrovo+e+inclusione/ ) iniziano le attività: Ritmica Dalcroze, Musicoterapia e Musica d’insieme, a cui si aggiungeranno Danza Inclusiva e Attività Montessoriane.
C’è musica nell’aria, musica che scioglie i nodi, musica che accarezza le ferite come un balsamo e che riscalda i cuori facendo divertire, cercando il bello anche dove potrebbe sembrare difficile vederlo.

C’è posto per tutti, mamme e papà, fratelli e sorelle.
Cantiamo il nome proprio, e subito i volti arrossiscono, qualche lacrima sgorga incontrollata per l’emozione di sentirsi chiamare per nome con il canto da tutti insieme. E l’emozione è grande anche nei genitori, che giocano, suonano, cantano, lasciando almeno per un attimo da parte le preoccupazioni dell’oggi e del domani, le routine di accudimento.
Ogni giorno proponiamo il laboratorio di musica d’insieme facendo conoscere strumenti diversi: il sassofono, l’arpa, il violoncello.
Bambini irrequieti, distratti, con gli occhi che vagano ovunque riescono a fermarsi, a osservare e soprattutto ascoltare con le mani, con i piedi, lo strumento proposto. Sono attimi di ascolto profondo, di magia, nel senso etimologico del termine, quel “di più” (magis) che finalmente fa illuminare gli sguardi di piccoli e grandi. L’attenzione messa in atto diventa concentrazione, capacità di soffermarsi sul punto focale, di tralasciare il resto. E’ scegliere di esserci e di mettersi in gioco. Suonare e cantare insieme crea unione, comunione, energia donata e catturata da ognuno. I genitori raccontano il piacere dello stare insieme, finalmente senza la paura del giudizio, senza la preoccupazione di sentirsi inadeguati, emozionati per il piacere trovato o ritrovato, piacere che si legge nel viso sempre più disteso. Il suono è relazione, il suono è onda di energia che ti entra dentro e ti “sconquassa”, ti libera dalle difese, ti invita con ostinata dolcezza a lasciarti andare.
Anche durante le sedute di musicoterapia accadono eventi unici.
Bambini e ragazzi, una volta saliti sopra la cassa armonica del pianoforte appositamente rinforzata, si ascoltano, ognuno a modo proprio. Qualcuno riesce a rilasciare le tensioni corporee dovute ad una lesione cerebrale, altri smettono di obbedire e iniziano a giocare e a permettersi di esprimere se stessi, altri ancora si lasciano toccare e interrompono corse che sono fughe. Non sono miracoli come qualche genitore li ha chiamati, bensì uso consapevole del potere insito nel suono, nella musica, nel contatto, nella relazione e nella fiducia. Ovviamente non basta avere uno sguardo fiducioso sull’altro, e non basta saper suonare bene. Eppure questi due elementi sono ingredienti fondamentali. Tutto il sapere tecnico diventa potente ed efficace se consapevolmente scelto e usato a partire da uno sguardo dell’altro rispettoso.
Gli effetti li vedono i genitori ma sono stati confermati ad esempio da un fisioterapista che, vista una ragazza nel pomeriggio, ne ha confermato una conquistata morbidezza riuscendo a lavorare meglio di quanto non fosse accaduto in precedenza.
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Al centro c’è la persona, e la persona è corpo, corpo vibrante. Ognuno di noi, più o meno consapevolmente, sceglie quando lasciarsi risuonare. A volte siamo strutturati in difesa, irrigiditi da delusioni, paure o semplicemente preconcetti. Quando invece ci diamo il permesso, e il tempo, di risuonare, di lasciarci vibrare degli eventi della vita, allora accade ciò che non ci si aspetta. Per cultura siamo soliti trascurare e sottovalutare il potere delle esperienze sensoriali e motorie. L’intelletto, le conoscenze, i saperi e tutto ciò che ha a che fare con il cognitivo ha un valore sociale riconosciuto. Invece le ultime scoperte delle neuroscienze hanno confermato ciò che chi operava a stretto contatto con i bambini e con le persone con fragilità già sapeva: le funzioni cerebrali superiori hanno le loro radici nei gesti quotidiani, nel fare, nelle emozioni e nel potere delle relazioni.
Allora le esperienze proposte durante questi quattro giorni, dove la sensorialità, la relazione, l’essere toccati e il poter toccare, il muoversi con la musica tanto che ogni gesto, anche il più quotidiano, era danza, hanno riempito, risposto a domande inespresse ma già presenti.
Per noi professionisti obiettivo altrettanto importante quanto il fare star bene i bambini e i ragazzi era che i presenti fossero consapevoli che dietro ai gesti e alle musiche giocate con apparente naturalezza c’era e c’è un pensiero e un sapere professionale. Per questo sono stati dedicati due momenti perché i genitori potessero incontrare i professionisti e scoprire alcuni dei principi teorici, invisibile trama che sostiene l’ordito. In un incontro Stefania Guerra Lisi ha spiegato i fondamenti

teorici della “Globalità dei linguaggi” e nel secondo Giulia Cremaschi Trovesi, in collegamento da Bergamo, insieme alle professioniste presenti a Roma hanno mostrato alcuni principi teorici e risposto alle domande dei genitori.
L’esperienza si è conclusa con una verifica con tutti i presenti. Il sentimento generale è stato quello della gratitudine reciproca, dell’essersi sentiti come a casa, accolti, davvero non più soli. Il desiderio comune è stato perciò quello di dare continuità all’esperienza. Alcuni genitori avrebbero voluto venire “al nord”, ma non è questa la soluzione. C’è invece una strada possibile, che è quella testimoniata nel libro dal titolo “Noi siamo tempesta” di Michela Murgia: ogni piccola apparentemente insignificante persona se non resta da sola e si allea con altri può fare la differenza, come vari eventi storici hanno dimostrato. Non servono atti eroici, al contrario serve non stare mai più da soli e continuare a credere. Un passo dopo l’altro, insieme, si può scoprire che di fronte alle grandi prove della vita, come quella di un figlio nato con una disabilità, si può fare qualcosa di più che subire e adattarsi: si può costruire un oggi e un domani sereno.

Paola Beltrami, Simona Colpani, Roberta Alberti, Cecilia Zaninelli