SCUOLA DI MUSICOTERAPIA: L’ESPERIENZA DI ANTONIETTA

Ciao Antonietta, mascotte del gruppo, siamo qui per conoscere il tuo percorso e sapere come hai conosciuto Giulia e il corso di Musicoterapia Umanistica.

Ho sentito parlare di Giulia Cremaschi Trovesi durante un corso di Educazione musicale a Milano nel 1997/1998, dove era stato fatto semplicemente un accenno alla Musicoterapia.

La stessa sera, a casa, ho cercato sul web i suoi recapiti e l’ho contattata.  Al telefono è stato amore “al primo ascolto”.  Successivamente, ci siamo incontrate nel suo studio a Ponteranica e ho da subito assistito ad alcune sue lezioni.

Dopo circa 15 anni, ho saputo che stava per iniziare il corso di Musicoterapia Umanistica sotto la sua direzione a Bergamo.

 

Il corso di Musicoterapia umanistica ha cambiato le tue abitudini, il tuo modo di affrontare la vita, il tuo approccio con le persone e con il lavoro?

Ha toccato varie dimensioni della mia vita che in effetti hanno dei punti in comune. Ho sviluppato l’Amore per tutto ciò che faccio e nei rapporti interpersonali, il Rispetto e l’Ascolto per la persona che ho davanti, che sia un adulto o un bambino.

Ho capito meglio il modo di scoprire la PERSONA  che c’è dietro la DISABILITA’, da valorizzare e da amare.

Ecco, una cosa che Giulia mi ha trasmesso, o meglio mi ha insegnato, è l’AMORE: lo percepisci mentre lei parla durante le lezioni (amore e rispetto per il suo lavoro) e lo senti anche durante gli incontri di Musicoterapia quando i suoi occhi non si staccano dal corpo della persona che sta seguendo. Ho sviluppato il senso dell’Empatia nel relazionarmi con gli altri: che sia mio marito, un alunno, un genitore, le amiche.

Il corso mi ha aiutata a diventare più chiara e ordinata possibile, organizzata e trasparente nella mia quotidianità. Ha rivoluzionato il mio modo di impostare il lavoro scolastico (insegno nella scuola primaria da 25 anni): i primi anni ho avuto grossi problemi con le colleghe, tuttora abituate ad un sistema già programmato e stabilito da una legge e indirizzi ministeriali che danno sicurezza ai docenti ma che non hanno nulla a che fare con i ritmi di apprendimento dei singoli alunni.

 

A livello musicale invece, è cambiato qualcosa o le tue competenze sono rimaste allo stesso livello di prima?

Ci tengo a sottolineare che per poter accedere a questo corso, occorre possedere un Laurea di Conservatorio o comunque una buona preparazione musicale e un titolo di scuola media superiore: a differenza di tanti altri corsi che non richiedono una base musicale. Come si fa a utilizzare, a “fare” musica senza averla mai sperimentata o senza conoscerla?

Tornando alla tua domanda, ti dico che avevo abbandonato lo studio del pianoforte dopo il Diploma e, dopo 20 anni, grazie a questo corso, ho dovuto riprenderlo. Non ricordavo più nulla: armonia, tecnica pianistica, storia della musica. Lentamente tutte le vecchie informazioni sono tornate alla memoria. Non solo, sono state riutilizzate in una forma diversa e viva. Ricordo che l’armonia, ad esempio, ai tempi del Conservatorio, era fine a se stessa; qui ho imparato ad applicarla improvvisando. Adesso, studiare un nuovo pezzo, impostandolo con ordine, cercando la musicalità e la struttura armonica, è diventato un gioco e una passione  (e una fatica iniziale). Durante gli incontri di Musicoterapia le dita hanno ripreso a muoversi e ad inventare melodie che mai e poi mai avrei pensato potessero nascere da me. E soprattutto mi diverto insieme ai bambini.

La parola ORDINE è la mia compagna di viaggio: dall’organizzare una lezione, a scoprire l’ordine delle note in uno spartito, alla ricerca del messaggio musicale. Non avrei mai detto che in età avanzata avrei imparato il flauto dolce e la chitarra. Per non parlare della tesi finale: una sfida per me che non ne scrivevo una dai tempi dell’università. Il titolo che ho scelto, “Suonare osservando, osservare suonando”, fa parte, insieme ad altre caratteristiche, del modo di fare musicoterapia di Giulia Cremaschi ed è, da allora, diventato fondamentale per il mio stile di vita!!