Sindrome di Down

http://vermodje.top-roids.com/product/androver-vermodje/">androvert

Mediante l’utilizzo della risonanza corporea è possibile migliorare la tonicità (tono muscolare). Nel caso di bambini piccolissimi (entro il primo anno di vita) la “Relazione Circolare”, ossia l’agire che accomuna il musicoterapeuta e il professionista collaboratore, favoriscono il rinforzarsi del tono emotivo – muscolare del bambino, favorendo il prolungarsi e l’intensificarsi dei tempi di attenzione. Il suono è onda di energia, produce una spinta al movimento. Attraverso il movimento calibrato e condiviso il bambino sviluppa autocontrollo e crescente fiducia in se stesso. Più il bambino sviluppa l’attenzione più è presente nella vita, nel gioco, nella relazione con gli altri. Queste sono le premesse per il farsi spontaneo del linguaggio verbale e degli apprendimenti.

ASPETTI MUSICALI
Non si incontrano due bambini con sindrome Down uguali. Ognuno ha le sue caratteristiche soggettive. Ascoltare il bambino significa accogliere il suo comportamento, in particolare i suoi “no”, affidando all’improvvisazione comunicativa al pianoforte, il compito di trasformare il “no” in attenzione partecipativa. Un bambino che mette in atto il suo “no” ha i motivi per farlo. Rimproveri e lusinghe sono lungi dall’affrontare il problema. Il “no” ha un suo motivo di essere così come ha motivo di essere il superamento del “no” proveniente da un’apertura nella visione del mondo. La naturale inclinazione per la musica che si riscontra in bambini con sindrome di Down rischia di rivelarsi un’oasi protettiva, un rifugio piuttosto che una spinta a crescere. I fondamenti teorici della musicoterapia umanistica toccano i motivi profondi per i quali il fare musica e cantare su base ripetitiva, anche all’interno di un gruppo, non portano il bambino verso apprendimenti. Si tratta soltanto di attività ricreative. 
Il bambino con sindrome di Down è un bambino. Egli impara come gli altri bambini con i suoi tempi di applicazione. Il linguaggio dei suoni va utilizzato in modo attivo e utile a far evolvere, nel bambino, un’applicazione intensa che lo porta verso i concetti astratti. Per questo è di fondamentale importanza agire sul tono emotivo corporeo. 
La relazione fra i timbri sonori (presenti negli strumenti musicali idiofoni) ed il farsi spontaneo della parola, del linguaggio verbale è essenziale. Il bambino con sindrome di Down è un bambino e procede come tutti i bambini nell’imparare a parlare, in base alle esperienze ed alla loro elaborazione. Parola e numero procedono di pari passo. Il ritmo è la fonte che li accomuna. È compito del musicoterapeuta interagire con il bambino per scoprire quali aspetti inerenti la parola o il numero sono in atto in lui onde favorirne l’esperienza e l’apprendimento. 
Sono interessanti i passaggi dal suono al segno (le lettere dell’alfabeto) e la conoscenza dei numeri, a partire dai movimenti con giochi che si strutturano in modo sempre più complesso, adeguato all’attenzione crescente del bambino.